VI. Vue perspective du Palais Pitti, prise de l’amphithéâtre du jardin Boboli

 

Pl.   6. Vue perspective du Palais Pitti, prise de de l'amphitéâtre du Jardin BoboliLa sesta tavola raffigura una veduta prospettica dell’anfiteatro di Boboli con il palazzo sullo sfondo: si introduce dunque una rappresentazione a carattere paesaggistico, meno tecnica rispetto alle precedenti tavole. Tale figurazione sembra essere riconducibile agli studi del maestro di Gandjean, Charles Percier, che aveva visitato la Toscana e in particolare il complesso di Boboli nel 1791, lasciandone traccia nel suo album di disegni di viaggio (cfr. Garric, Frommel in corso di pubblicazione: si veda in particolare il Fol. 78, dis. 117).

Nel commento si cita lo spostamento dell’obelisco dalla precedente ubicazione a villa Medici a Roma, ovvero dall’edificio che Grandjean aveva contribuito ad adattare a sede dell’Accademia di Francia nel 1802-03 (Garric 2017, p. 117). Inoltre, si fa riferimento alle testate del palazzo sul giardino che originariamente erano logge architravate, dando dunque conto della trasformazione dei due terrazzi coperti nelle terminazioni del secondo piano delle ali ammannatiane del cortile: nell’incisione non vengono però rappresentate le bucature delle finestre in alternanza con le colonne dell’ordine corinzio nel muro di tamponamento, dando dunque un’immagine del palazzo non perfettamente sovrapponibile con il reale stato di fatto all’inizio del XIX secolo (come testimoniato da iconografia settecentesca, quali le incisioni di Werner Mertz del 1735 o di Aniello Lamberti del 1784 ca.: Palazzo Pitti: la reggia rivelata 2003, pp. 563-566 e Contini, Gori 2004, p. 115).