Manoscritti

La sezione di Botanica della Biblioteca di Scienze conserva 72 manoscritti di Pier Antonio Micheli acquistati, insieme all'erbario, nel 1845 da Leopoldo II di Asburgo Granduca di Toscana per il Museo di fisica e storia naturale al prezzo di 2.000 scudi toscani consegnati alla famiglia Targioni Tozzetti che era proprietaria del tesoro micheliano.

Fin dal 1737, anno della morte di Micheli, ci si mosse per salvare le opere inedite del botanico fiorentino, a partire dai colleghi della Società botanica fiorentina, dall'amico e esecutore testamentario Antonio Cocchi, arrivando a premere su Giovanni Targioni Tozzetti che infine si fece carico dell'acquisto dell'intero Museo micheliano. I manoscritti, conservati dalla famiglia Targioni per più di un secolo, furono riordinati in un primo momento da Giovanni con l'intenzione di una pubblicazione cui mai si arrivò. Questo materiale, come gli Essiccata, conobbe dei rimaneggiamenti ad opera dei nuovi successivi proprietari: Antonio, nipote di Giovanni, aggiunse il titolo sul frontespizio alle opere che ne erano prive, mentre si deve a Filippo Parlatore la creazione di indici per i singoli manoscritti e di due volumi di indice generale numerati Ms 72 e Ms 73:

"Pour les rendre plus utiles aux botanistes j'ai fait faire un index des noms de plantes qu'on trouve mentionéés ou décrites dans chaque volume et un index général en deux volumes des noms de tous les manuscrits" (Parlatore 1874)

Due nuclei di carte manoscritte di Micheli sono conservati anche dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: un primo nucleo ceduto da Antonio Targioni Tozzetti nel 1851 alla Biblioteca Palatina (Mss 89-94), un secondo nucleo venduto dalle figlie di Antonio alla Biblioteca Nazionale tra il 1894 e il 1897. 

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