Nelle parti figurative dei giornali satirici d’età risorgimentale, il duello è motivo assai diffuso. Si presta a questo particolare tipo di comunicazione visuale per due ragioni.
Innanzitutto, permette di sintetizzare visivamente il tema dello scontro politico o ideologico tra due fazioni opposte in un modo immediatamente riconoscibile perché la pratica duellistica è familiare al lettore.
Inoltre, consente di farlo in modo iperbolico e per questo godibile, com’è nella natura retorica del disegno caricaturale. Continua difatti ad essere comune anche nel Novecento, mentre la sua progressiva scomparsa come pratica sociale decreta lentamente anche la riduzione graduale della sua presenza nell’immaginario figurale.
Nella larga presenza del motivo del duello nell’arte della caricatura, spesso dunque non è tanto in gioco l’istituto duellistico in sé, quanto la sua insita potenzialità figurativa: per il disegnatore, il duello è l’efficace emblema visivo, la sintesi icastica, degli accesi scontri in atto nell’agone politico. La lotta per l’unificazione, le fazioni in campo, gli opposti partiti e le opinioni contrastanti sono messe in scena incarnandole in figure di duellanti.
La «Disfida di Barletta» 350 anni dopo
L’antica e leggendaria «Disfida di Barletta» del 13 febbraio 1503, che aveva visto tredici cavalieri italiani trionfare contro altrettanti campioni francesi durante la guerra franco-spagnola per il controllo del regno di Napoli e che aveva ispirato il romanzo storico di Massimo D’Azeglio Ettore Fieramosca (1833), nel suo 350° anniversario può essere attualizzata in chiave patriottica di rivendicazione del valore italiano di contro al dominio asburgico.
«La Maga», Genova, 1° febbraio 1853. La personificazione dell'Italia incorona un soldato piemontese che infilza un soldato austriaco.
L'immagine proviene dalle raccolte dell'Istituto Mazziniano, Genova, ed è tratta dall'Archivio della caricatura, Laboratorio delle Arti Visive, Scuola Normale Superiore, Pisa https://caricatura.sns.it/schedaCaricatura.php?id=638
Duellanti in satira
Negli anni dei moti risorgimentali, la figurazione duellistica è usata anche per raffigurare satiricamente l’opposizione tra repubblicani e filosabaudi, i dissidi interni al governo del Regno di Sardegna, come il fronteggiarsi delle diverse e inconciliabili posizioni ideologiche, economiche e giuridiche tra ministri (fig. 01, ispirata alla Leggi Siccardi, che aboliscono i privilegi goduti fino ad allora dal clero cattolico, e 02), o tematiche di politica estera (per esempio, la guerra di Crimea, fig. 03) e di costume (per esempio, la condizione femminile), e soprattutto un tema caro alle riviste di satira: la lotta per la libertà di stampa di fronte alle autorità liberali (fig. 04)
Il mondo della pubblicistica satirica attesta dunque l’immediata perspicuità del motivo del duello per il pubblico.
Le immagini provengono dalle raccolte dell'Istituto Mazziniano, Genova, e sono tratte dall'Archivio della caricatura, Laboratorio delle Arti Visive, Scuola Normale Superiore, Pisa http://caricatura.sns.it
01. «La Strega», Genova, 13 agosto 1850. L'immagine raffigura il duello tra il ministro della guerra Alfonso La Marmora e l'arcivescovo di Torino, monsignor Luigi Fransoni, intransigente oppositore delle leggi che abolivano il foro ecclesiastico nel Regno di Sardegna.
02. «La Maga», 13 gennaio 1855. Presenta una serie di caricature originate dalle polemiche per la discussione al parlamento di Torino del disegno di legge (presentato dal ministro Urbano Rattazzi) sull'abolizione di quegli Ordini Religiosi ritenuti privi di utilità sociale. Nelle ultime due vignette si raffigura un duello tra la personificazione della Libertà e quella del Clero; vincitrice la prima alla Camera, grazie ai deputati eletti dal popolo, il secondo al Senato dove prevaleva in virtù del censo e della nomina regia un orientamento conservatore.
03. «Il Fischietto», Torino, 19 gennaio 1856. Nella parte di sinistra, ci si riferisce ai contrasti fra Austria e Russia al Congresso di Parigi, allora in corso. Nella parte di destra è raffigurato l'imperatore Napoleone III, intento a “pescare” la pace, sempre al Congresso di Parigi.
04. «La Maga», Genova, 5 gennaio 1854. Rappresenta la difesa della libertà da parte dei giornali di opposizione contro la stretta repressiva che il governo presieduto da Cavour avrebbe voluto introdurre, aumentando i mesi di carcere e le multe per i reati di stampa. Il duello avviene fra il piccolo Cavour, armato di lancia, e un'alta e agile figura femminile, personificazione della libertà.
Stampa e duello
Anche dalle caricature giungono alcune indicazioni dirette sugli ambiti di diffusione del duello e sul suo largo uso da parte di militari, politici e giornalisti.
Il «giornale politico con caricature» «La Maga» (Genova) nei numeri 115 e 116 del 24 e del 27 settembre 1853 conduce una denuncia del duello come «barbaro vezzo» particolarmente usato nel Piemonte cavouriano per cercare di intimidire la stampa.
Sul numero successivo (V, 117, 28 settembre 1853), quattro «Scene del duello» sintetizzano le principali cause di sfida: l’onore sessuale, legato al tradimento amoroso; i motivi economici; l’onore pubblico e la stampa politica. Lo fanno in un mondo che però va rigorosamente alla rovescia: il duellante che cade e muore – un uomo tradito o derubato o truffato o un giornalista – incarna il senso dell’onore, l’onestà, la trasparenza, la libertà di parola e di stampa rigorosamente sconfitte dal fedifrago, dal furfante truffaldino, dal politico potente (fig. 01).
Sul forte nesso tra pratica duellistica e attività giornalistica nel secondo Ottocento, è eloquente anche la litografia di Casimiro Teja proposta dal «Fischietto» del 4 settembre 1855: la nascita del giornalismo femminile viene suggerita con il disegno di due signore in abbigliamento da schermidore, con un’iscrizione sintomatica («E preparatasi ai pericoli del giornalismo»): affacciarsi al mondo del giornalismo implicava necessariamente l’andare incontro a vertenze che sfociano in duelli, il dover mettere in conto la sfida a duello come uno dei «pericoli del giornalismo» (fig. 02).
Le immagini provengono dalle raccolte dell'Istituto Mazziniano, Genova, e sono tratte dall'Archivio della caricatura, Laboratorio delle Arti Visive, Scuola Normale Superiore, Pisa http://caricatura.sns.it