Jacopo Gelli si distinse per la grande competenza e l’approfondita conoscenza della storia e della cultura cavalleresche.
Nato ad Orbetello il 13 settembre 1858, militare di professione, Gelli si dedicò con una straordinaria costanza allo studio sistematico del duello, non tanto e non solo ai fini della redazione di quello che fu, almeno editorialmente parlando, il codice cavalleresco più diffuso e longevo in Italia. Personalmente convinto che la pratica duellistica andasse ristretta fino al suo naturale esaurimento, patrocinò la nascita di una Corte d’onore permanente volta a risolvere le vertenze evitando scontri sul campo.
La sua attività di pubblicista andò ben oltre il duello. Si pensi all’attenzione alla scherma, evidentemente legata al duello, testimoniata dall’impegno profuso nell’ideare e nel dirigere la rivista «Scherma Italiana», il cui primo numero uscì nel 1891. Sempre allo stesso tema, l’anno prima, aveva dedicato la Bibliografia generale della scherma con note critiche, biografiche e storiche (Firenze, Tip. L. Niccolai, 1890).
Vero e proprio poligrafo, Gelli scrisse manuali e repertori riguardanti materie le più diverse tra loro. Tra questi, in maggioranza usciti presso l’editore milanese Hoepli, si possono ricordare il Dizionario filatelico. Manuale del raccoglitore di francobolli con indicazione dei prezzi Bibliografia e storia (Milano, Hoepli, 1894), Gli archibugiari milanesi. Industria, commercio, uso delle armi da fuoco in Lombardia (Milano, Hoepli, 1904), L'arte dell'armi in Italia (Bergamo, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1906) e Gli ex libris italiani. Guida del raccoglitore (Milano, Hoepli, 1930). Un personaggio senza dubbio ricco di interessi. Qui ci preme sottolineare il suo ruolo di studioso e la sua fondamentale opera in favore della conoscenza e della codificazione del duello, inteso nei suoi vari aspetti. Morì il 13 dicembre 1935 a Livorno.
Lo studio sul duello in Italia dal 1879 al 1899
Nell’articolo Il duello in Italia nell’ultimo ventennio (1879-1899), Jacopo Gelli affermava che l’onore era divenuto una scusa con la quale giustificare una serie di comportamenti tutt’altro che cavallereschi.
Ormai, affermava il poligrafo toscano, «il combattimento a due, spesso serve a chiudere la bocca alla verità, o a consacrare, con la lustra del procedimento leale, la calunnia, o a creare o a perpetuare un equivoco, o a nascondere un ricatto». Insomma, ci si era di molto allontanati dal primario significato degli ideali cavallereschi di cui il duello costituiva uno dei riti più sacri. Ciò, tuttavia, doveva servire da sprone allo studio di un fenomeno ancora rilevante nella società italiana della seconda metà dell’Ottocento.
Gelli, figlio della cultura positivistica del suo tempo, pensò, dunque, che una delle prime tappe necessarie a meglio circoscrivere il problema duello fosse quello della sua misurazione statistica.
Attraverso una rete di appassionati che gli trasmettevano notizie di duelli secondo uno schema da lui illustrato sulla «Scherma Italiana», insieme all’aiuto dei medici, chiamati a dichiarare la ferita sufficiente a far terminare lo scontro, e alla sua personale pazienza nell’indagare i quotidiani alla ricerca di notizie di vertenze, Gelli costruì un articolato quadro statistico del duello notando la progressiva diminuzione del fenomeno nel decennio 1890-1899 rispetto a quello 1879-1889, grazie all’applicazione del codice Zanardelli.
01-11. Jacopo Gelli, Il duello in Italia nell’ultimo ventennio (1879-1899). Note statistiche, «Nuova Antologia, vol. XCI, 1° gennaio 1901, pp. 151-160 (Biblioteca Umanistica, Università degli Studi di Firenze, Fondo Comparetti).
12. La scheda approntata da Gelli per la raccolta dei dati sui duelli, in «Scherma Italiana», n. 3, 1891, p. 20 (Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Divieto di riproduzione)
Le statistiche sul duello
L’articolo Il duello in Italia nell’ultimo ventennio era privo di un’appendice in grado di rendere merito al grande sforzo di organizzazione dei dati compiuto da Gelli. All’interno del Manuale del duellante avevano però già trovato posto alcuni anni prima (1896) una serie di interessanti tabelle dedicate ai duelli, non solamente suddivisi per numero e anno ma anche secondo altre parole chiave.
Le statistiche di Gelli costituiscono ancora oggi uno strumento necessario per farsi un’idea generale della diffusione del fenomeno del duello nell’Italia postunitaria.
Esse, indubbiamente, presentavano dei limiti che occorre tener presenti. Il più importante consisteva nel fatto che essendo il duello vietato per legge non se ne potevano rintracciare sistematicamente i dati su fonti ufficiali quali quelle sui reati. Le autorità, generalmente, non intervenivano per impedire duelli o punirne i protagonisti se non in casi gravi quali quelli che si concludevano con la morte o con un ferimento grave.
I dati furono quindi ricavati attraverso una rete di collaboratori che gli trasmettevano notizie di duelli, i medici che assistevano agli scontri, e lo spoglio dei quotidiani. Gelli riuscì tuttavia a dare una veste scientifica alla raccolta dei dati tanto che Luigi Bodio, favorevolmente colpito dal rigore delle indagini quantitative e qualitative del militare toscano, decise di inserirli nella ufficiale Statistica delle cause delle morti del 1891.
Jacopo Gelli, Manuale del duellante, in appendice al Codice cavalleresco italiano, 2a ed., Milano, Hoepli, 1896 (collezione privata): statistiche relative al duello in Italia dal 1879 al 1895.