Serie VIII, 1927

La serie comprende 10 numeri.

Dal 1927 al 1931, anno della chiusura, il comitato di redazione fu composto da C. J. Blauw, W. M. Dudok, H. Krop, J. F. Staal, P. Vorkink e C. Verkruysen, che divenne il direttore.

Con questi cambiamenti e il minor peso di Wijdeveld, si può dire che «Wendingen» non si proponeva più come il periodico della Scuola di Amsterdam, ma si trasformò in un periodico in cui trovavano posto i temi più svariati. Già in questa serie uscirono numeri che indicavano un chiaro spostamento degli interessi: oltre all’architettura svedese e danese, le icone russe, l’arte austriaca e l’arte italiana antica, la ceramica … Solo due i numeri interamente dedicati all’architettura ad Amsterdam: il numero 6-7, sull’architettura della parte occidentale della città, e il numero 11 sugli edifici realizzati dall’Afdeeling Gebouwen der Publieke Werken di Amsterdam (Ufficio municipale dei lavori pubblici)[1].

Dal 1927 lo stampatore della rivista fu la ditta Ipenburg & van Seldam di Amsterdam.

I numeri monografici sono dedicati a: Scultura; Mobili; Messinscene teatrali di J. de Meester jr.; Architettura danese; Architettura svedese; Architettura a Amsterdam ovest; Arte applicata in Svezia; Arte austriaca in occasione dell'esposizione austriaca in Olanda; Realizzazioni dell’Afdeling Gebouwen der Publieke Werken di Amsterdam; Nuova ceramica.

Gli autori delle copertine sono: J. Polet, O. B. de Kat[2], A. Kurvers, S. Jessurun de Mesquita, J. A. Snellebrand[3], C. Ehrlich[4], P. L. Marnette [5], T. Baanders.