Fin dall’edificio solitamente indicato dalla storiografia come la prima importante affermazione della cosiddetta Scuola di Amsterdam, lo Scheepvaarthuis (1911-15) a Amsterdam di van der Mey, sede delle sei più importanti compagnie di navigazione olandesi, le sculture di Willem Coenraad Brouwer, Hendrik Albertus van den Eijnde e Hildo Krop hanno un ruolo fondamentale nel programma iconografico che celebra la potenza marittima negli oceani dei Paesi Bassi.
Alla scultura, come alla pittura, è demandato dagli architetti della Scuola di Amsterdam, il compito di essere un’arte eminentemente sociale, destinata non ad essere un ornamento della più esclusiva e raffinata edilizia borghese, ma una presenza pervasiva anche nei grandi complessi di edilizia popolare di Amsterdam e nelle opere pubbliche (segnatamente i ponti di nuova costruzione) che ne punteggiano il paesaggio urbano.
Hildo Krop
Lo scultore cui «Wendingen» concede il maggior spazio è Krop, che abitualmente opera per l’ufficio Publieke Werken del municipio di Amsterdam, retto da una amministrazione socialista.
Come orientamento generale la rivista privilegia il lavoro di scultori attivi, con diversa continuità, per la committenza pubblica come H.A. van den Eijnde, Theo van Rijn, Johan Polet, Johannes Anton Rädecker, Theo A. Vos e Joop van Lunteren.
Fin dall’editoriale del primo numero di «Wendingen», risulta però con evidenza come la scultura non sia intesa da Wijdeveld solo nell’accezione riduttiva di arte ausiliaria dell’architettura. "Qui insieme all’architettura nella sua nuova concezione di pura struttura - egli dichiara - si manifesta, in tutto il suo splendore, l’apparizione di uomini pieni di fantasia, che senza malizia giuocano con i tesori del razionalismo. Qui è sfiorata l’atmosfera che trasforma in una duttile plastica architettonica informi ammassi di mura e che, piena di movimento, gioiosamente segna il ritorno dello sviluppo dello spazio. A questi lidi si avvicina, con il suo grave tempo di marcia, l’arte della scultura come forza primigenia che scolpisce gli dei dalle montagne e, con il suo incedere maestoso verso la sfera della figurazione moderna, va a prendere posto in prima fila nel mondo delle arti"[1].