Le scienze naturali

Histoire naturelle des iles Canaries, vol. 2.2, Ichthyologie tav. [3] dettaglioQuesta sezione sulle scienze ospita opere a stampa e manoscritte, comprese tra XIV e XX secolo, tappe fondamentali per lo sviluppo delle moderne discipline di botanica, zoologia, antropologia e fisica, appartenenti alla Biblioteca di Scienze.

Thomas Stearns Eliot scrive che “non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta”. Questa frase non solo evoca l’immagine di una scienza in divenire, adatta a rappresentare i temi della mostra, ma riassume metaforicamente anche la storia della Biblioteca di Scienze, nel suo secolare scomporsi e ricomporsi.

La Biblioteca nella sua forma attuale nasce nel 1999, a seguito della ristrutturazione del Sistema bibliotecario d’Ateneo, e comprende le ex-biblioteche dipartimentali degli anni Settanta del Novecento.

Le singole sezioni, geograficamente dislocate, vantano una storia ricca e articolata, perlopiù legata alla nascita e crescita dell’Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Lorena presso il Palazzo Torrigiani di via Romana. Qui si raccolgono le collezioni naturalistiche, testimoni degli interessi scientifici dei granduchi medicei e lorenesi.

Il patrimonio è costituito da una combinazione di strumenti fisici e chimici, esemplari mineralogici, botanici, zoologici e paleontologici e di una altrettanto rilevante biblioteca, che consente di disporre nel medesimo luogo di strumenti per lo studio e la consultazione delle raccolte.

Nel 1859 l’Istituto di Studi Superiori, Pratici e di Perfezionamento eredita la collezione, ma la disperde tra i vari Gabinetti, in nome dell’esigenza di specializzazione dell’insegnamento universitario. In seguito i Gabinetti diventano sedi autonome - sezioni di Scienze Naturali, Medicina e Chirurgia, Filosofia e Filologia, Studi legali - dotate di biblioteca, aule e laboratori. La sezione di Scienze Naturali eredita le raccolte del Museo Scientifico Leopoldino e la sede di via Romana.

 Questa riorganizzazione comporta lo smembramento delle collezioni che nel Museo di Fisica e Storia Naturale costituivano un’unità armonica e funzionale.

L’attitudine didattica del Museo quindi prevale e le singole sezioni vanno configurandosi come vere e proprie facoltà autonome, con una propria sede, dotata di biblioteca, aule, laboratori e spazio per le collezioni. Questa struttura resta sostanzialmente immutata anche dopo il 1924, quando l’Istituto diventa Università.

In questo contesto si collocano i personaggi - viaggiatori, naturalisti e studiosi - e le istituzioni che contribuiscono fattivamente allo sviluppo della varie discipline, così come all’arricchimento del patrimonio librario e archivistico, che nel frattempo si ristruttura e si consolida intorno alle diverse aree tematiche.

Di qui la nascita delle Biblioteche che conservano preziosi fondi archivistico-librari tra cui quelli dei Targioni-Tozzetti, Giglioli, Micheli, Webb, Mantegazza, Cocchi, Toja, Dini, Schiff etc. e delle Società di Botanica, di Antropologia e di Entomologia.

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