Un duello di Cavallotti
La prima del Mefistofele di Arrigo Boito al Teatro La Scala il 5 marzo 1868 scatena un'accesa polemica in merito al valore e all'esito dell'innovativo esperimento del giovane compositore e poeta. Un giudizio particolarmente aspro dato dal giornalista Enrico Carozzi sulle pagine dell’«Unità Italiana è all’origine di uno dei numerosi duelli affrontati nell’arco della sua vita da Felice Cavallotti, che risponde a stampa e infine scende sul terreno contro il giornalista.
Sul «Gazzettino rosa» del 7 marzo 1868, Cavallotti ha parole durissime per la recensione di Carozzi: «Ciò che è veramente scandaloso è che un giornale che si rispetta come l'Unità Italiana porti le passioni di politica anche nel campo dell'arte sino al punto di imbrattar le sue colonne colle insulsaggini ginnasiali del signor Enrico Carrozzi». Il giorno stesso, Carozzi risponde con una lettera di protesta che Cavallotti ha conservato nel suo archivio: «Se crede informare i lettori del Gazzettino Rosa dei veri miei sentimenti, eviterei un doloroso scandalo; diversamente, io richiedo una riparazione d'onore». Intanto, a Cavallotti giunge anche una lettera di solidarietà del giornalista Eugenio Torelli-Viollier (il futuro fondatore del «Corriere della sera») e dello scrittore Igino Ugo Tarchetti: «Caro Cavallotti, abbiamo letto il tuo articolo e ti stringiamo la mano. Esso compensa molti duelli».
Lo scontro termina con il ferimento di Carozzi. Un resoconto della vertenza duellistica si legge sulla «Cronaca grigia» del 15 marzo 1868.
Tutte le immagini sono tratte dal Fondo Cavallotti, Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Milano.
01-03. F. Cavallotti, Appendice seria a un articolo umoristico, in «Gazzettino Rosa», II, 45, 7 marzo 1868, pp. 1-2: a p. 2 il brano contro Carozzi. La rubrica Sottovoce, pp. 2-3, contiene altri trafiletti satirici sulle polemiche intorno al Mefistofele e sullo stesso Carozzi (si ironizza sul titolo di una sua raccolta di poesie, Foglie d'amaranto).
04. Lettera di Eugenio Torelli Viollier e Igino Ugo Tarchetti a Cavallotti: i due si complimentano per la coraggiosa posizione assunta dal giornalista e dal «Gazzettino Rosa» («Così deve essere adoperato il tuo coraggio, e tale è l'indirizzo che vuol essere dato al Gazzettino. Ti saluto. Che il cielo ti salvi un'altra volta la carotide», scrive Tarchetti in previsione del duello).
05-07. Lettera di Carozzi a Cavallotti, con cui chiede una ritrattazione pubblica o una «riparazione d'onore». Cavallotti vi aggiunge di suo pugno, dopo il duello: «Soddisfatto con tre sciabolate allo scrivente. F.C.».
08-09. La vertenza è ripercorsa nella «Cronaca grigia» di Cletto Arrighi, 15 marzo 1868.
Scarfoglio e D'Annunzio a duello
Un giovanissimo Edoardo Scarfoglio si afferma nell’ambiente giornalistico e letterario della capitale con le sue pagine critiche di stile caustico e spregiudicato, sulla «Cronaca bizantina», in cui commenta le più interessanti esperienze poetiche contemporanee, poi confluite nel volume Il libro di Don Chisciotte (Roma, Sommaruga, 1885; la seconda edizione accresciuta, con documenti inediti e una nuova prefazione dell’autore, Napoli, 1911).
Il 25 dicembre 1885, Scarfoglio fonda con Matilde Serao il «Corriere di Roma». Con l’intento di proporre idee innovative e goliardiche che consentano al giornale di emergere, Scarfoglio pubblica, a partire dal 16 ottobre 1886, in cinque puntate, una serie di liriche riunite sotto il titolo di Risaotto al pomidauro, a firma «Raphael Panunzio» (pseudonimo di Giovanni Alfredo Cesareo). L’uscita del testo, scoperta e irriverente parodia dell’annunciata Isaotta Guttadauro di Gabriele D’Annunzio, provoca la risposta di D’Annunzio con una lettera sulla «Tribuna», il 27 ottobre 1886. Il poeta e il direttore del «Corriere di Roma» si affrontano in duello il 23 novembre 1886. Dopo un’ora e mezzo di combattimento, D’Annunzio riceve un colpo all’avanbraccio destro che impedisce la prosecuzione dello scontro.
Il duello non minò l'amicizia tra i due.
01-03. Edoardo Scarfoglio, Il libro di Don Chisciotte, Roma, Sommaruga, 1885 (Fondazione Spadolini – Nuova Antologia, Firenze).
04-04bis. Risaotto al pomidauro: Preludio al Principe. Il giardino. Il banchetto. Five o' clock tea, in «Corriere di Roma», 16 ottobre 1886, p. 1 (Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Divieto di riproduzione).
05-05bis. Risaotto al pomidauro: Il poeta, in «Corriere di Roma», 20 ottobre 1886, p. 1 (Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Divieto di riproduzione).
06-06bis. La vertenza D'Annunzio-Scarfoglio, nella rubrica di Matilde Serao Api Mosconi e Vespe, in «Corriere di Roma», 25 novembre 1886, p. 1 (Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Divieto di riproduzione).
07-18. La ricca edizione illustrata di Gabriele D’Annunzio, Isaotta Guttadauro ed altre poesie, Roma, Editrice La Tribuna, 1886, su carta a mano, con copertina in finta pergamena e 22 tavole a colori (Biblioteca Comunale Forteguerriana, Pistoia): alcuni esempi di tavole e versi.
Marinetti e Hirsch
Due mesi dopo il varo del Manifesto del futurismo (febbraio 1909), Marinetti schiaffeggia il critico e romanziere Georges Henry Hirsch che sul «Journal» ha stroncato la riduzione teatrale di Le Roi bombance (Re Baldoria nella versione italiana), in scena il 3 aprile 1909 al Théatre de l’Oeuvre. Ne segue il duello, a Parigi, il 16 aprile 1909.
01. Un duello franco-italiano a Parigi, in «La Domenica del Corriere», 2-9 maggio 1909 (collezione privata).
02. I verbali del duello compaiono sulla rivista di Marinetti: Le duel Marinetti-Hirsch, in «Poesia», V, 3-4-5-6, aprile-maggio-giugno-luglio 1909, p. 92 (Blue Mountain Project, Princeton University, https://bluemountain.princeton.edu/exist/apps/bluemountain/index.html).
03-04. Filippo Tommaso Marinetti, Re Baldoria, Milano, Treves, 1910, copia con dedica autografa a Aldo Palazzeschi (Biblioteca Umanistica, Università degli Studi di Firenze, Fondo Palazzeschi).