La tavola mostra in dettaglio, e con quote, il profilo del cornicione, un particolare dell’incorniciatura di uno dei portali, e i cornicioni del primo e secondo livello.
Nel testo Grandjean e Famin elogiano la funzionalita degli stilobati dei palazzi toscani; le cornici marcapiano e il cornicione terminale, di cui sottolineano la leggerezza che non aggrava i muri sottostanti: la sua bellezza l’ha fatto ricordare popolarmente come “la corniche d’or”. Il cornicione del palazzo, basato sull’esempio di un frammento del Foro di Traiano a Roma, divenne subito giustamente celebre, e spesso ricordato accanto a quello michelangiolesco di palazzo Farnese (Scaglia 1991; Ferretti 2009). Non è peraltro chiaro da dove provenga la definizione di cornicione d’oro, poi recepita nella bibliografia successiva, anche in relazione al cornicione michlangiolesco di palazzo Farnese a Roma (Letarouilly 1853; Callari 1932).