La tavola 61, separata dal restante corpus su palazzo Pitti (tavv. II-VIII), è una rappresentazione dello scalone principale, visto dal vestibolo del primo piano (attuale ingresso alla Galleria Palatina). Si distinguono chiaramente le tre rampe parallele che caratterizzano l’impianto planimetrico ammannatiano (Jarrard 1996, pp. 163-164), sebbene il numero dei gradini sia inferiore rispetto alla realtà e il loro andamento appaia molto più ripido rispetto al reale profilo. Anche il sistema di illuminazione della scala viene solo parzialmente riproposto dal momento che il parapetto del davanzale finestrato è visibile unicamente nell’apertura centrale del pianerottolo fra piano terreno e primo piano, e non su quelli dei piani superiori.
Nell’incisione, l’ambiente presenta membrature architettoniche fra cui le cornici modanate all’imposta delle botti di copertura dalle rampe (mentre risultano assenti i corrimano lungo le pareti) e il sistema degli ordini che caratterizza il punto di sbarco della scala al piano nobile: si tratta di colonne e paraste corinzie binate su alti basamenti che sostegno una balconata intermedia con statue, elementi che non corrispondono completamente alla realtà dove è invece utilizzato un ordine ionico e dove non vi sono statue (la cui collocazione risulta inverosimile vista la ridotta dimensione dei pilastrini). La balconata è inoltre decorata, nella sua parte inferiore, da un cassettonato a rosoni (che nella realtà presenta anche un’ulteriore decorazione a motivi circolari) e nella sua parte superiore da una balaustrata in ferro battuto con complessi motivi geometrici stellati e floreali che non corrispondono allo stato attuale.
È probabilmente la definizione del sistema di colonne, risalti della trabeazione e sovrastante ‘attico’ con statue a rimandare all’idea dell’arco di trionfo citato esplicitamente nel testo (“Cette façade […] est disposée dans le style des arcs de triomphe”).
La rappresentazione della copertura della sala con volta a padiglione unghiata è solo parzialmente congruente alla realtà, poiché non vengono rappresentate le lunette laterali (mancano anche tutti i peducci in pietra serena) e la parte centrale appare ‘sfondata’ da incassi; nel commento si fa inoltre riferimento ad un affresco a decoro della volta, oggi non visibile.