L’ottava tavola riproduce la fontana dell’Isola di Boboli tramite due differenti rappresentazioni: una vista prospettica e una planimetria.
La vista prospettica è una diretta derivazione dal disegno di Charles Percier del 1791 (cfr. Garric, Frommel in corso di pubblicazione: Fol. 86, dis. 126) e ne ripropone i medesimi elementi con lo stesso punto di vista: in primo piano il vero e proprio bacino dell’Isola con il suo ricco arredo decorativo, mentre sullo sfondo il ‘viottolone’ seicentesco immerso nella vegetazione. La rappresentazione del cancello posto in primissimo piano, sulla sinistra dell’incisione, riconduce infatti inequivocabilmente allo schizzo di Percier anziché al cancello effettivamente realizzato in epoca leopoldina, poiché differisce dalla realtà nei capitelli, nei fusti delle colonne, nel coronamento con sfingi alate, nella statua virile inquadrata alle spalle delle colonne e nella adiacente fontana a conca.
Rispetto al disegno di massima di Percier, Grandjean e Famin dedicano più attenzione alla descrizione del corredo statuario: si riconosce chiaramente al centro della candelabra il gruppo del Giambologna con la statua dell’Oceano reggente il bastone del comando e le tre figure dei fiumi sottostanti, elementi molto noti poiché sempre indicati nelle numerose guide su giardino e città (in Soldini 1789, pp. 70-71, o anche in Lalande 1769, p. 287), ed esplicitamente citati nel commento a corredo della tavola (se il nome di Giambologna è correttamente evocato per il complesso statuario, vi è però un errore di attribuzione a Giorgio Vasari anziché ad Alfonso Parigi il giovane: non è chiara la fonte di questa notizia).
Sia la vista prospettica che la pianta presenti in questa tavola descrivono gli elementi salienti della fontana caratterizzata, nell’anello esterno, dalla presenza dell’acqua e dalle balaustre perimetrali, nonché dai due percorsi a ponte che consentono l’accesso alla vera e propria isola centrale: nel commento vengono esplicitamente evocati questi dettagli e si fa riferimento alle sedute poste sotto la conca e circondate da “des cascades qui s’en échappent”, anch’esse frequentemente descritte nei testi a stampa sul giardino.
La rappresentazione planimetrica nella porzione inferiore della tavola propone inoltre il profilo ‘ovale’ del bacino, in maniera consimile alle numerose piante del giardino di Boboli – sia a stampa che manoscritte – realizzate proprio a cavallo di XVIII e XIX secolo (ad esempio, Pianta di Firenze di Giuseppe Magnelli e Cosimo Zocchi del 1783; Pianta del Real Giardino di Boboli di Gaetano Vascellini in Soldini 1789; Pianta del giardino annesso al palazzo di residenza in Firenze di S.A.R., il granduca di Toscana denominato Boboli a Národnì Archiv, Praga, Fondo Archivio Familiare degli Asburgo di Toscana, RAT 306: cfr. Galletti 2003, pp. 406-421). La rappresentazione del verde è fortemente geometrizzata e regolarizzata, sebbene riproduca elementi di arredo realmente esistenti, quali le nicchie all’interno delle spalliere che circondano l’invaso ovale attorno alla fontana – citate anche nel commento – o lo slargo con gruppi statuari nella congiunzione fra viottolone seicentesco e area dell’Isola (cfr. Cambiagi 1757, pp. 47, 49-50; Soldini 1789, pp. 46-47, 56-57, 68-69).