Nel testo Grandjean e Famin attribuiscono la facciata del palazzo a Brunelleschi, sulla base di assonanze con la facciata di palazzo Niccolini. L’attribuzione non trova alcun sostegno nella letteratura precedente. Sono peraltro Grandjean e Famin a porre l’attenzione sulla facciata, dando l’avvio alla fortuna critica del palazzo, codificata poi da Stegmann e Geymüller (1885-1908, IV, p. 8, tavv. 1-2, con attribuzione al Cronaca). Il rilievo regolarizza ogni proporzione, e semplifica il disegno dei conci delle ghiere dei due registri di bucature; documenta, senza che sia possibile stabilirne l’attendibilità, la decorazione a sgraffito della facciata, fortemente rimaneggiata nella seconda metà dell’Ottocento e oggi non più esistente.