Palazzo Zanopucci, Firenze (LXXXIII)

Francesca Parrini

La tavola comprende, accanto al prospetto della loggia del Pesce di Giorgio Vasari e dell’ospedale di S. Maria Novella, la pianta del piano terra di palazzo “Zanopucci” e di un altro palazzetto non identificato.
Palazzo Zanopucci va identificato con l’attuale palazzo Lemonnier in via S. Gallo. Venne acquisito nel 1776 dal marchese Orazio Zanobi Pucci secondogenito di Orazio Emilio, in occasione del suo matrimonio con Settimia Baldovinetti. Nel catasto del 1776 è descritto come fabbrica con più piani, orto, logge e pertinenze varie, appartenenti al soppresso ospizio del Melani con inclusa la chiesa e gli annessi della cinquecentesca compagnia della Purificazione (Archivio di Stato, Firenze, Catasto Lorenese, Firenze, arroto n. 25 del 1776).
L’ospizio era stato costruito nel 1686, su progetto dell’architetto Carlo Marcellini, inglobando l’oratorio della compagnia, su commissione del cantante Domenico Melani, come ringraziamento per la sua straordinaria voce e destinato ad ospitare i pellegrini stranieri. Soppresso nel 1773, era passato nel patrimonio dell’Ospedale di S. Maria Nuova. Zanobi Pucci trasforma l’intero complesso in un unico edificio; molto probabilmente i lavori sono eseguiti dal 1788 al 1790, anno in cui richiede i permessi per ampliare il marciapiede frontistante l’immobile ormai definito palazzo. (Archivio Storico del Comune, Firenze, Comunità di Firenze, Deliberazioni magistrali e consiliari, filza 4/84 n. 46 1790). Alla sua morte, nel 1809 (Archivio Pucci, Firenze, Filza 67, fasc. n. 609), la proprietà passa ai figli Orazio Carlo e canonico Orazio Giovanni. L’edificio è ora descritto al catasto come palazzo, con vasta loggia e corte, casamenti e botteghe appigionate. Al piano terra ancora esiste l’oratorio della Compagnia. Ereditato dai Bossi Pucci, nel 1861 diventa proprietà del tipografo francese Felice Lemmonier e successivamente sede della sua casa editrice. Sulla facciata di forme neoclassiche è ancora visibile la testa di moro emblema della famiglia Pucci.