La sezione passa attraverso l’androne quattrocentesco, il cortile loggiato e, sul giardino, mostra il prospetto della galleria delle statue, sistemata da G.B. Foggini alla fine del Seicento, di cui però si omette la lavorazione a rincassi regolari. Grandjean e Famin sembrano interessati a documentare la ricchezza della decorazione interna di alcuni ambienti, con la rappresentazione dei soffitti a lacunari della sala angolare del piano nobile (salone di Carlo VIII) e del secondo piano, in cui rilevano, o propongono, elementi di arredo, con la sistemazione di statue, e l’allestimento al secondo piano del salone con trono e baldacchino. L’allestimento settecentesco della collezione di iscrizioni antiche è rappresentata in una veste completamente rielaborata, che esclude l’esuberanza barocca delle incorniciature a stucco. La raffigurazione del fregio a sgraffito, poi resa in dettaglio nella tavola successiva, è una testimonianza preziosa, ma non sappiamo quanto attendibile, di quanto sarebbe poi andato interamente perduto nel corso dell’Ottocento (Danielson 1990, pp. 290-291).
Nel testo, il cortile è ammirato per le proporzioni, e per la ricca collezione di iscrizioni antiche allestita nel 1719, sulla scorta di Follini e Rastrelli (1791, III, p. 176).