Anche se proporzionalmente assai vicina alla conformazione reale dell’interno del palazzo, la sezione non è quotata, perciò probabilmente Grandjean e Famin, a differenza della facciata, non eseguono un vero rilievo. Anche Pâris disegna la sezione del palazzo, ma ne fornisce una versione assai difforme dalla realtà perché inserisce solamente tre piani di altezza invece di quattro. Inoltre, a differenza di Pâris, Grandjean e Famin indugiano sui dettagli decorativi con una personale interpretazione della decorazione a sgraffito dei fregi della corte, in cui inseriscono motivi fantasiosi non aderenti alla realtà, e, arbitrariamente, per loro stessa ammissione («on a ajouté les armes de Bartolini»), i simboli araldici della famiglia.
Allo scopo di veicolare un linguaggio architettonico caratterizzato da un estremo rigore geometrico, che tuttavia i palazzi fiorentini del Quattrocento e inizio Cinquecento nei loro interni non avevano, Grandjean e Famin mettono a punto una sezione assai regolarizzata negli alzati, proponendo elementi non esistenti: inseriscono una loggia anche nel secondo registro e omettono numerose porte e finestre, come possiamo notare confrontando la tavola con quella di Stegmann e Geymüller (1885-1908, poi in Lingohr 1997, tavola fuori testo).