Mario Bevilacqua
Costruito da Domenico di Baccio d’Agnolo per la famiglia Ciaini di Montauto nel 1548-50, nel 1576 il palazzo passa ai Niccolini, che lo ingrandiscono con l’ala sul giardino interno con l’ampia loggia a due ordini di arcate (quello inferiore costruito da Giovanni Antonio Dosio alla fine del Cinquecento, sopraelevato poi alla metà del Seicento).
Considerato uno dei più ampi e eleganti palazzi della città, Ferdinando Ruggieri gli dedica quattro tavole dello Studio d’Architettura civile con le porte della cappella, un portale e un camino con due porte laterali di un salotto (Ruggieri 1728, III, tavv. 71-74). Lo stesso Ruggieri, oltre al romano Pietro Hostini, è incaricato di redigere il progetto per una nuova, grandiosa facciata, che avrebbe uniformato tutto l’ampliamento primosettecentesco della struttura lungo via dei Servi (Sottili 2003).
Grandjean e Famin escludono i dettagli scelti da Ruggieri, e danno conto dell’articolazione planimetrica, coi due cortili, l’ala sul giardino, e della facciata cinquecentesca su via dei Servi, che ricordano come opera di Brunelleschi. Il rilievo, probabilmente eseguito ex novo, regolarizza tutta la struttura, ma documenta anche l’assetto del giardino, delle decorazioni cinque-seicentesche dei ninfei, distrutte nel corso dell’Ottocento (Muccini, Sottili 2009), e la presenza dei pezzi dell’importante collezione di statuaria antica.